STORIA
PROGETTO
Note di Storia
02/07/2022 – 01/09/2022
Con la sezione della mostra Note di storia la Fondazione Famiglia Zago ha voluto dare il via ad un processo di conoscenza e valorizzazione dell’antico monastero dei Santi Pietro e Paolo d’Asolo (noto anche, dopo il 1920, come San Luigi). Il complesso monacale rappresenta, per la storia della Città di Asolo, un capitolo assolutamente rilevante. La fondazione del monastero è discussa per la prima volta nel 1567 ma la posa della prima pietra avvenne solo nel 1610. Il 30 maggio 1634 il complesso iniziò ad ospitare le prime monache benedettine, in abito nero. Tra gli scopi del monastero, oltre alla clausura, v’era la vita religiosa e l’educazione delle giovani fanciulle da marito ai mestieri più diversi. Dopo la soppressione napoleonica del 13 maggio 1810, il monastero venne convertito a “collegio” e ginnasio, allo scopo di educare alla morale, alla letteratura e alle scienze. Il collegio attirò un numero di iscritti anche dai paesi lontani, perfino da Tirolo e Dalmazia. Il complesso ospitò anche le scuole elementari della Città di Asolo, fino alla costruzione della nuova sede di Via Forestuzzo, inaugurata nel 1934. Successivamente, la proprietà passò alla parrocchia che adibì i locali ad oratorio e Patronato Don Bosco. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il collegio ospitò le truppe del 55. Reggimento di fanteria di Treviso e i campi di preparazione militare della gioventù italiana del littorio. Dal 1943, negli spazi dell’ex monastero, tornarono le scuole comunali, che vi restarono fino all’inizio degli anni Cinquanta. Nel 1945, l’ex monastero ospitò alcune famiglie di sfollati di guerra e nel 1964 il complesso fu acquistato dall’Ente Provincia di Treviso che destinò alcuni locali alla rappresentazione di spettacoli e mostre. Nel 1996 a SS Pietro e Paolo si insediò il consorzio universitario americano Cimba. Dal 2016 è proprietà della Famiglia Zago e, dal 2022, sede operativa della Fondazione omonima. Le ricerche d’archivio sono state condotte dagli studiosi ed esperti di storia locale Gabriele Farronato ed Emmanuele Petrin